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Apnea notturna, russamento e dispositivi orali

Che cos’è l’apnea ostruttiva nel sonno?

L’apnea ostruttiva nel sonno (OSA) consiste in una transitoria ma ripetuta interruzione del respiro durante il sonno. Tale fenomeno determina un’alterazione qualitativa del riposo notturno che può portare alla comparsa di sintomi durante la veglia come l’eccessiva sonnolenza diurna e la stanchezza. Nei casi più severi l’OSA può rappresentare, inoltre, un importante fattore di rischio per l’insorgenza di patologie cardiache e neurologiche di natura vascolare come per esempio l’infarto o l’ictus

Fisiologicamente il sonno induce uno stato di rilassamento della muscolatura dell’organismo. Quando la perdita del tono muscolare risulta eccessiva, le pareti delle vie aeree superiori (ipofaringe), iniziano a vibrare producendo in questo modo il ben noto fenomeno del russamento. In condizioni estreme si può verificare un vero e proprio collasso delle pareti sino all’interruzione completa del respiro. In questo caso il nostro cervello interrompe transitoriamente il sonno con un risveglio, ciò comporta il recupero di un adeguato tono muscolare ponendo fine al fenomeno dell’apnea. Tale meccanismo, indispensabile per il ripristino della pervietà delle vie aeree, determina, tuttavia, un’alterazione della qualità del sonno.

I pazienti che soffrono di OSA, spesso, non hanno consapevolezza della loro patologia poiché le interruzioni del respiro sono appunto associate al sonno durante il quale lo stato di coscienza risulta assopito. Al risveglio mattutino, tuttavia, può essere presente, sovente, la sensazione di un riposo notturno non ristoratore, possono comparire, inoltre, sintomi come l’eccessiva sonnolenza, la stanchezza, caratteristiche espressioni di una cattiva qualità del sonno.

 

Quanto è comune l’OSA ?

L’apnea ostruttiva nel sonno risulta essere un disturbo estremamente frequente. Si stima che interessi il 24% della popolazione di sesso maschile ed il 9% della popolazione di sesso femminile di mezza età.. Si tratta di un disturbo molto comune, in Italia si stima che i pazienti affetti da OSA necessitanti di terapia siano circa un milione e seicentomila.

Quali sono i pazienti affetti da OSA che necessitano di una terapia ?

L’indicazione ad eseguire una terapia è presente se l’OSA risulta essere particolarmente severo, o quando le apnee ostruttive durante il sonno si associano alla comparsa di sintomi; in questo caso si parla di sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno (OSAS).

Le principali manifestazioni cliniche che possono presentarsi sono: sonno non ristoratore, cefalea associata al risveglio mattutino, insonnia, eccessiva sonnolenza diurna con difficoltà a mantenere un adeguato stato di vigilanza; tale sintomo, in particolare, può risultare fortemente invalidante o pericoloso per il paziente poiché può presentarsi, senza preavviso, in svariate circostanze o nello svolgimento di abituali mansioni della vita quotidiana: alla guida di un autoveicolo, durante le mansioni lavorative, guardando la TV, leggendo un libro o un giornale, al termine di un pasto, ect. L’indicazione terapeutica, inoltre, deve essere posta in quei pazienti con OSA che, pur asintomatici, risultano contestualmente affetti da patologie cardiologiche e/o neurologiche di particolare severità come l’infarto o L l’ictus.

Il controllo delle apnee ostruttive durante il sonno in queste categorie di pazienti riduce il rischio di recidiva di eventi di natura ischemica. Va infine ricordato che i sintomi associati all’OSAS sono aspecifici, possono dunque essere l’espressione di altre condizioni morbose, (neurologiche, psichiatriche, cardiologiche ect) che devono essere indagate ed escluse prima di iniziare una terapia specifica.

Quando il paziente deve sospettare di soffrire di apnee ostruttive durante il sonno ?

I sintomi più comuni da prendere in considerazione sono: il russamento abituale e persistente (presente ogni notte per la maggior parte del tempo di sonno e da almeno sei mesi), evidenza di pause respiratorie durante il sonno riferite dal partner, la comparsa di riposo notturno non ristoratore, l’insonnia, l’eccessiva sonnolenza con addormentamento non intenzionale durante le ore diurne, la fatica o la difficoltà a concentrarsi durante le abituali mansioni della vita quotidiana.

Bisogna inoltre considerare la presenza di altre condizioni morbose come l’obesità, l’ipertensione arteriosa sistemica. Tali patologie possono associarsi alla presenza di apnee ostruttive durante il sonno. In presenza dei sintomi citati è consigliata l’esecuzione di uno studio del sonno presso un Centro specializzato.

Come si esegue la diagnosi di OSA ?

L’indagine strumentale considerata gold standard per fare diagnosi di OSA è la polisonnografia. Si tratta di un esame non invasivo che consiste nella registrazione, durante una notte, di tutti i parametri cardiaci e respiratori, dello stato di ossigenazione del sangue dell’attività cerebrale e del tono muscolare. Per ottenere tutte queste informazioni è necessario applicare dei sensori sulla testa ed in prossimità dei bulbi oculari, sulle gambe, delle fasce toraco-addominali, un tubicino al livello del naso, un sensore al di dito e degli elettrodi sul torace.

E’ possibile giungere ad una diagnosi di OSA anche mediante l’esecuzione di indagini meno sofisticate (monitoraggio cardio-respiratorio), che non prevedono l’applicazione di sensori elettroencefalografici per lo studio del sonno. La scelta della metodica più opportuna da utilizzare deve necessariamente essere fatta da un medico esperto in medicina del sonno. Il genere vale il principio per il quale maggiore è la probabilità che il soggetto presenti una sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (quadro clinico grave, ricco di sintomi e segni) più semplice può essere il sistema strumentale da utilizzare.

L’esame polisonnografico risulta invece irrinunciabile per chiarire i casi risultati dubbi con sistemi diagnostici più semplificati. La diagnosi di OSA può facilmente essere eseguita ambulatorialmente con sistemi portatili, il paziente, quindi, potrà dormire presso il proprio domicilio durante l’espletamento dell’indagine strumentale.

Qual è la terapia dell’OSA?

La scelta terapeutica più appropriata per il controllo delle apnee ostruttive durante il sonno deve necessariamente tener conto di diversi fattori tra cui l’entità del disturbo respiratorio in sonno, la gravità dei sintomi associati, la coesistenza di altre condizioni morbose, l’aderenza del paziente alla terapia proposta.

Molto utile può risultare, innanzitutto, seguire un corretto stile di vita: evitare, per esempio, l’assunzione di alcolici soprattutto se nelle ore serali, l’utilizzo di sedativi prima di andare a dormire, praticare un regolare esercizio fisico, smettere di fumare e, in presenza di eccesso ponderale, ridurre il peso corporeo.

CPAP: Si tratta fondamentalmente di un dispositivo capace di generale un flusso di aria continuo in grado di impedire meccanicamente il collasso delle pareti nelle vie aeree superiori evitando dunque il prodursi di un evento apnoico. Tale metodica rappresenta la prima scelta nel trattamento dell’OSAS.

 

Dispositivi orali:

 

Si tratta di apparecchi che, inseriti nella cavità orale, aumentano la pervietà delle vie aeree superiori. Tali ausili risultano particolarmente efficaci in pazienti selezionati (OSAS di entità lieve-moderata, con componente posizionale), ed in coloro che risultano intolleranti alla terapia ventilatoria con CPAP.

 

Chirurgia: nei casi in cui le apnee ostruttive nel sonno risultino associate alla presenza di alterazioni anatomiche delle vie aeree superiori, la chirurgia può rappresentare un opzione terapeutica da adottare. E’ tuttavia opportuno segnalare che, al momento, nessuna tecnica si è dimostrata essere costantemente efficace come procedura singola per un trattamento di successo dell’OSAS. Per tale motivo la chirurgia è da considerarsi un approccio terapeutico indicato in un numero limitato e ben selezionato di pazienti che dovranno essere opportunatamente valutati da personale medico esperto nel settore.

 

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